Con il patrocinio del Municipio Roma X e con la collaborazione di
Filippo Cannizzo Ambassador Beauty&Gentletude e coordinatore ResiliArt Italy: Bellezza di Unesco
Il villaggio di Le Cerquete Fianello.
Siamo sulla riva dell’antico lago costiero posizionato a destra del della foce del Tevere, nei pressi dell’odierna Maccarese. Dobbiamo tornare a circa cinquemila anni fa, al passaggio tra IV e III millennio a.C. Gli scavi hanno portato alla luce un sito di grande interesse, una porzione di abitato che dopo l’abbandono è stato gradualmente sommerso e quindi ricoperto dai sedimenti, i quali hanno contribuito a preservare molti reperti che ci hanno fornito informazioni di grande utilità.
Un villaggio che sfruttava una parte di duna e tutta la bassa lingua di terreno limoso che si inoltrava verso il centro del lago. Nell’entroterra avremmo visto una prevalenza di lecci ed altre querce diffondersi fino alle alture di Ponte Galeria, tra questi alberi avremmo trovato molteplici radure e, a volte, arbusti ed altri alberi adatti ad un clima relativamente secco. Osservando verso il lago avremmo visto il terreno digradare molto lentamente verso l’acqua formando una prima fascia di acqua bassa e stagnante popolata da giunchi, come da altre piante e animali tipici di un’area umida e paludosa. Si tratta di una localizzazione particolarmente interessante nell’ottica dell’approvvigionamento delle materie prime, come anche per il posizionamento in relazione alle vie di comunicazione. Entro un chilometro dall’abitato erano presenti differenti tipologie di argille; tanto il bosco tanto la fascia paludosa erano buone riserve di cibo, le radure erano ottimi punti di pascolo. La vicinanza alle alture di Ponte Galeria la rendeva un’area di facile raggiungimento tramite le piccole valli fluviali alle pendici del lago di Bracciano, come il Tevere segnava la strada lungo tutto l’Appennino; in direzione nord ovest, invece, si apriva un territorio facilmente percorribile in direzione della costa della Tuscia meridionale.
Gli studi sui reperti ceramici ci raccontano una storia coerente con questa introduzione generale. Valutiamola sia sotto l’ottica stilistico-formale sia sotto quella funzionale. Sono state ricostruite molteplici forme, prevalentemente medie e profonde, con anche un certo numero di recipienti bassi e ampi; le decorazioni non risultano molto frequenti ma quelle più ricorrenti sono le plastiche, come cordoni e bugne, in alcuni casi sono presenti impressioni o rigonfiamenti, piuttosto scarsi i segni incisi. Queste olle, questi vasi a collo, come le ciotole, le tazze, i bicchieri e le scodelle ci fanno pensare in maniera piuttosto evidente a tutte le sfumature delle produzioni usualmente definite della cultura di Rinaldone, quella caratterizzante l’area della Tuscia e parte dell’Appennino. Le Cerquete Fianello, però, non è esente da elementi stilistici e formali che ci fanno pensare anche alle culture meridionali del Gaudo e di Laterza. Cosa dobbiamo dedurne? Probabilmente si tratta sia di oggetti derivati da incontri e scambi, sia da contaminazioni stilistiche; in entrambi i casi dobbiamo ipotizzare che il delta del Tevere era un luogo sicuramente gravitante nell’orbita culturale del centro Italia, ma parzialmente aperto a contatti e scambi. L’analisi molto accurata del record ceramico (N.Marconi 2018, in Rivista di Scienze Preistoriche) ha anche portato a valorizzare delle peculiarità locali, a volte addirittura delle variabili probabilmente afferenti alla tradizione di un solo individuo o di una singola famiglia.
Ma il villaggio? Camminando avremmo visto delle capanne con strutture deperibili composte da un telaio di pali di legno e una fitta copertura in giunchi o rami fini e flessibili ed altri vegetali. Avremmo notato una distribuzione simile ad altri contesti ancora oggi noti: piccoli gruppi di capanne intorno ad un’area di cortile, delimitata anche da alcuni tratti di recinzione. Si tratta di contesti abitativi che oggi vediamo, ad esempio, in alcuni villaggi africani (Fig2) ma non è così distante neanche dalle corti dei paesi di montagna (Fig3). Le strutture non erano omogenee, alcune, le più ampie e spesso divise al loro interno, erano delle abitazioni mentre altre, più semplici e ristrette, erano magazzini o aree di lavorazione del cibo. Il cortile lo avremmo visto popolato dalle donne che rifinivano vasi ed altri utensili, qualche animale domestico di passaggio, tra cui qualche cane e un buon numero di ovini, suini e bovini (Tagliacozzo, Curci, Facciolo 2002, in Le dune, il lago il mare), e delle aree impostate come focolare.
La struttura abitativa ha fatto riflettere anche sulla composizione sociale del villaggio di Le Cerquete Fianello, ogni cortile poteva essere la residenza di un nucleo familiare, quindi siamo autorizzati a ipotizzare una popolazione che si reggeva sull’organizzazione e il coordinamento di più nuclei familiari. Non si immagini, tuttavia, una comunità disconnessa tra sottogruppi o clan, anche per il semplice motivo che in un contesto demografico così limitato i nuclei familiari dovevano risultare particolarmente interconnessi onde non ricadere troppo frequentemente nell’endogamia.
A cura di Tiberio Bellotti