Doctor Doctissimus

Papa Innocenzo V

Sesto Vescovo di Ostia a salire al soglio pontificio, Pietro di Tarantaise nacque nel 1222 in Savoia. Entrò giovanissimo nell’ordine domenicano e nei suoi studi fu accompagnato e guidato da una schiera di grandi maestri del pensiero cristiano e futuri Santi: Sant’Alberto Magno suo docente all’Università di Parigi, San Bonaventura e San Tommaso D’Aquino suoi compagni di studi. Egli stesso fu accompagnato per tutta la vita da un alone di Santità, accresciuto dalla forte suggestione che sapeva suscitare con le sue prediche e dalla sua grande sapienza, che gli valse il titolo di Doctor Doctissimus, quando successe a San Tommaso D’Aquino nella cattedra di Teologia a Parigi. Era già vescovo di Ostia quando nel 1272 fu nominato arcivescovo di Lione, carica che rifiutò per dedicarsi alla preparazione del Concilio Ecumenico indetto in questa città.

Mentre erano in corso i lavori del Concilio avvennero due eventi straordinari: una delegazione venuta dal regno dei Tartari chiese di essere battezzata da lui. Poco dopo, il Patriarca di Costantinopoli e i vescovi che lo accompagnavano si presentarono davanti al Papa, cantando il Credo cattolico e chiedendo di rinnegare lo scisma con cui nel 1054 la chiesa ortodossa si era separata da Roma. Tanto bastò perché, presso i contemporanei, questi successi personali di Pietro di Tarantaise assumessero l’aspetto di miracoli, consacrandone definitivamente la fama di Santo.

Alla morte del papa, nel 1276 fu proprio lui ad essere eletto, col nome di Innocenzo V. Immediatamente egli si attivò per cercare di ricomporre in Italia i dissidi tra Guelfi e Ghibellini e di favorire il dominio di Carlo d’Angiò nell’Italia Meridionale con l’intento di spezzare l’accerchiamento degli Svevi intorno allo Stato della Chiesa. Questa scelta politica avrà conseguenze molto importanti, anche se non certo positive, per le sorti dell’Italia meridionale.

Il Pontificato di Innocenzo durò pochissimo. Nello stesso anno in cui fu eletto morì. Le sue spoglie seppellite in Vaticano divennero immediatamente oggetto di culto ma un terremoto che sconvolse la Basilica nel XVIII secolo farà perdere per sempre le tracce della sua sepoltura. Toccherà a papa Leone XIII nel 1898 a riconfermare ad Innocenzo il titolo di Beato.

A Cura di Silvia Grassi

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