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La Diocesi di Ostia ha una storia profondamente connessa con le vicende del papato. Inizia dalle prime comunità cristiane passando per la caduta dell’impero romano. Lungo i secoli più duri dell’Alto Medio Evo arriva fino al Rinascimento e via via ai giorni nostri senza soluzione di continuità.
Già dal III secolo d.C. se ne hanno notizie e lo stesso Sant’Agostino nel 336 riferisce che ai Vescovi della città era riservato il diritto e l’onore di incoronare il Papa. Ostia fu dai tempi più remoti “sede Suburbicaria“, cioè fuori dalle mura, ma parte della diocesi di Roma e dopo alterne vicende che l‘hanno legata e separata dalla diocesi di Velletri continua oggi a godere di una particolare situazione canonica, per cui l’antica chiesa di sant’Aurea è a tutti gli effetti una cattedrale.
Il vescovo di Ostia, che attualmente è il cardinale Giovanni Battista Re, oggi non “incorona” più il Papa, ma lo Consacra, in quanto Decano del Collegio Cardinalizio, che è composto dai cardinali che hanno diritto di voto per l’elezione. La Consacrazione conferisce al Papa il suo mandato spirituale ed è parte del rito di elezione del Pontefice. Il vescovo di Ostia ha sempre avuto la responsabilità di porre la corona sul capo dell’arcivescovo di Roma durante il rito di consacrazione, ma già dall’elezione di Paolo VI i pontefici hanno rinunciato alla Tiara, che è simbolo della regalità, ma per la sensibilità dei nostri tempi viene percepita come un legame con il potere temporale.
In sintesi, il vescovo di Ostia oggi non “incorona” il Papa nel senso proprio di una cerimonia regale, ma è fondamentale per la consacrazione del nuovo Papa e per il suo ingresso in carica.
Nella storia della Chiesa Cattolica ben dodici Vescovi di Ostia sono stati eletti Papa. Il primo fu Urbano II nel 1088, l’ultimo in ordine di tempo Benedetto XVI, papa Ratzinger.
A cura di Silvia Grassi.